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Nella seconda metà del XIX secolo un ramo della Famiglia Capolino, che già operava nel campo della produzione di laterizi, si trasferì dalla Toscana alle zone del basso Lazio, territorio ricco di argilla per la produzione di mattoni, quadrelli, tegole e pavimenti.
La materia prima arrivava dalle cave poste nell’entroterra di Formia, nei comuni di Penitro, Spigno, Saturnia e zone limitrofe, e veniva lavorata nelle fabbriche che erano sorte nel Comune di Minturno.

1885

Le Fornaci di Guglielmo Capolino furono costruite sulla spiaggia di Scauri intorno al 1885. Oltre al tradizionale laterizio veniva prodotta anche una pregevole ceramica. Nel 1889 la fabbrica era dotata di 5 forni a fuoco intermittente nei quali oltre a mattoni, quadrelli e tegole si producevano quadrelli patinati. A testimonianza di ciò, in una relazione scritta nel 1893 dal Direttore Generale della Marina Mercantile G. Comandu a Sua Eccellenza Carlo Alberto Racchia (Ministro della Marina del Regno d’Italia nel governo Giolitti I° dall’8 dicembre 1892 al 15 dicembre 1893) oltre alle condizioni della Marina Mercantile Italiana al 31 dicembre 1892, cita tra l’altro:
Industria: In Scauri esiste l’industria dei laterizi ed attualmente vi sono quattro fabbriche, cioè, quella del Duca Carafa, di Baracchi e Bombici, di Capolino e di Del Vecchio. Attualmente si esportano circa tonnellate 23 di laterizi per la via di mare.
Modo di caricare: Essendo la spiaggia assai sottile i proprietari delle fornaci hanno costruito dei ponti in legno lunghi fino a duecento cinquanta metri per trovare sulle testate un tirante d’acqua sufficiente per accostarvi piccole barche. Infatti la profondità del mare sulla testata del ponte del Duca Carafa è di metri 2, quella sulla testata del ponte Baracchi e Bombici è di metri 1,78, quella sulla testata del ponte Capolino è di 2,00 e di 2,50 quella che si riscontra sulla testata del ponte Del Vecchio.
Porti con frequenti traffici: i porti con cui Scauri ha i traffici più frequenti sono, per lo Stato, Napoli e Scalea in Calabria , nord Africa e Sud America.”

Gennaro Capolino (1846-1924)
Discendente di Guglielmo, che si era sempre occupato dei trasporti nell’azienda di famiglia, fonda una filiale della ditta in Argentina.

Augusto Capolino (1891-1966)
Terzogenito di Gennaro, alla fine della prima guerra mondiale, alla quale aveva partecipato come Bersagliere, si trasferì da Formia a Roma dove, insieme al cognato Umberto Aicardi (1884-1950), aprì una serie di attività tra cui una cava per l’estrazione di sabbia lungo il fiume Tevere ed una di ghiaia in zona Magliana.

1929

Nel 1929 in Via Portuense angolo Vicolo degli Irlandesi venne realizzata la prima fabbrica per la produzione industriale di Pavimenti alla Veneziana*. Si trattava di marmette, marmettoni e segati nei formati 20x20, 25x25, 33x33, 33x50, 40x40 composti da graniglia di marmo di dimensione variabile, polvere di marmo, coloranti naturali, il tutto legato dal cemento. Proprio per il pregio dei materiali utilizzati e per la tipologia di lavorazione, queste pavimentazioni hanno per decenni arredato le case di tutto il mondo.

1952

Nel 1952 l’azienda, avendo necessità di maggiori spazi, acquista un terreno nella periferia sud di Roma dove viene realizzato all’interno di un lotto di 15.000 mq. una fabbrica di circa 6.000 mq nella quale grazie al lavoro di oltre 100 operai si riusciva a produrre fino a 300.000 metri quadrati di pavimenti all’anno. Il prodotto finito veniva venduto sia sul mercato nazionale che su quello internazionale con l’appellativo di “Terrazzo Tiles”.

1962

Nel 1962 su disegno di Augusto Capolino vennero registrati alcuni brevetti per la realizzazione di marmette a disegno tra cui il più venduto è stato il “Certosino”.
Alla fine degli anni 60, dopo la scomparsa del Fondatore, l’azienda sotto la guida del figlio Gennaro Capolino (1929), oltre a continuare nella produzione di “Terrazzo Tiles” inizia ad intrattenere rapporti commerciali con il distretto produttivo di Sassuolo divenendo ben presto Official Store delle più importanti aziende produttrici prima di gres rosso, successivamente di monocottura ed infine di gres porcellanato.

oggi

La Capolino 1929, guidata fino alla fine del 2019 da Gennaro Capolino, oggi grazie all’apporto dei figli Andrea ed Elisabetta e delle nipoti Giorgia e Federica e della nuora Dott.ssa Antonella Alfieri attuale CEO è in grado di fornire alla clientela assistenza e consulenza in ogni fase del lavoro, dalla selezione dei materiali allo sviluppo del progetto, fino alla posa in opera ed al collaudo per architetture di ogni dimensione, tipologia e destinazione d’uso.

*Simbolo di pura classicità, il Pavimento alla Veneziana, anche detto Terrazzo alla Veneziana, è uno tra i più antichi pavimenti usati nell’architettura moderna che affonda le sue radici nella storia della decorazione pavimentale greca (dove i lastricati costituiti da sassi di torrente erano disposti e agglomerati con calce o argilla) ma anche nel rudus novum, la scuola romana del mosaico. Fu merito, poi, degli artigiani del nord Italia, riscoprire e rivalutare questa antica decorazione ornamentale. A loro, infatti, dobbiamo lo sviluppo di questo tipo di pavimentazione. L’espansione di questa tecnica divenne così importante nel centro lagunare, che entrò a far parte delle associazioni d’arte già dal 1586. In quel tempo, però, nemmeno i maestri di questa antica lavorazione potevano immaginare la vasta eco che questa idea avrebbe avuto nei secoli successivi impreziosendo con materiali poveri i palazzi più eleganti e le residenze più sfarzose.
 

Ing. Andrea Capolino

Direttore Generale

Elisabetta Capolino

Direttore Artistico

Giorgia Capolino

Direttore Vendite Italia, Laurea in psicologia

Ing. Federica Capolino

Responsabile progetti ad alta tecnologia

Antonella Alfieri

Amministratore delegato, Laurea in Economia aziendale

Il gruppo Capolino1929

Stilos costruzioni, network di professionisti della Capolino che si occupa di progettazione e direzione d'impresa.

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